mercoledì 29 luglio 2009

Storia: LA SECONDA GUERRA MONDIALE

I CARATTERI DELLA GUERRA: la seconda guerra mondiale fu all’inizio solo un conflitto europeo; ma ne giro di due anni i suoi confini si dilatarono fino a interessare tutti i continenti. Fu una guerra dalla quale rimasero estranei l’Irlanda, la Svezia, la Svizzera, la Spagna, il Portogallo e la Turchia. La guerra coinvolse la popolazione civile che partecipò in prima persona ai combattimenti. La popolazione civile pagò quindi in termini di sofferenza il costo del conflitto, subendo i bombardamenti aerei che provocarono distruzioni, sopportando rastrellamenti e deportazioni, razionamento alimentare e privazioni di tutti i generi. I territori nei quali si combattè la guerra furono: quello atlantico, quello mediterraneo e quello del Pacifico. Dell’intero conflitto, che si protrasse per sei anni (dal 1° settembre 1939 al 2 settembre 1945), si possono distinguere due momenti di pressoché uguale durata: il primo, fino al novembre 1942, vide l’assoluta prevalenza della Germania e del Giappone, il secondo, apertosi con la controffensiva inglese in Egitto, lo sbarco alleato nell’Africa settentrionale francese, la disfatta tedesca a Stalingrado, la vittoria navale americana nel Pacifico, presso le Isole Salomone, segnò la riscossa degli Alleati e si concluse con la liberazione dell’Europa, la cacciata dei Nipponici dall’Asia orientale, la resa della Germania e quella del Giappone. L’Italia entrata in guerra nel giugno del 1940 affianco della Germania , passò, dopo la caduta del fascismo, dalla parte delle Nazioni Unite. La seconda guerra mondiale fu anche una gigantesca contesa fra gli Stati per ridefinire le posizioni internazionali e le rispettive sfere degli interessi strategici ed economici. Sul piano militare il conflitto assunse il carattere di guerra di movimento, e ricorse all’impiego dei carri armati e dell’aviazione. Nei combattimenti terrestri si sperimentò con successo l’uso combinato di aerei da combattimento e di mezzi corazzati mentre nei mari l’impiego delle navi portaerei. Novità furono quindi i grandi aerei da bombardamento che seppero demolire impianti industriali, ma anche radere al suolo intere città. I compiti di distruzione furono facilitati dal progresso della scienza: sotto questo aspetto un traguardi infausto fu raggiunto con la messa a punto, negli Stati Uniti, della bomba atomica, fondata sull’esplosione dell’energia liberata dalla fissione dell’atomo. Dall’elettronica militare sarebbero nati i primi radar e i primi calcolatori elettronici. Agli anni di guerra risalgono anche le scoperte nel campo degli antibiotici, destinati ad alleviare tante sofferenze umane.

L’INVASIONE DELLA POLONIA (1° SETTEMBRE 1939): Hitler aggredì il 1° settembre 1939 la Polonia, provocando l’immediato intervento militare dell’Inghilterra e della Francia. L’Italia, dichiarata la sua non belligeranza, rimase, per il momento, fuori dalla guerra. Lo stato maggiore germanico rovesciò contro la Polonia 63 divisioni, appoggiate da 2000 aerei; i Polacchi poterono raccogliere solo 20 divisioni. I Tedeschi isolarono e circondarono le armate polacche, giunsero fulmineamente sotto Varsavia e il 27 settembre si impadronirono della capitale nemica. Negli stessi giorni i Russi avevano aggredito da est i Polacchi: la loro patria fu divisa: ai nazisti spettò Danzica, la Posnania, l’Alta Slesia; nell’area tra Varsavia e Cracovia fu istituito il Governatorato generale della Polonia. Ai massacri della guerra si aggiunse la deportazione sistematica degli uomini atti al lavoro e l’organizzazione della persecuzione di massa contro gli Ebrei. I Sovietici si insediarono nelle provincie del Nord-Est e dell’Est, abitate dai Russi Bianchi e da Ucraini, e rivendicarono l’eredità dei paesi baltici: Estonia, Lettonia e Lituania. Dopo l’esito vittorioso della campagna polacca, Hitler esitò a lungo prima di sferrare l’attacco contro la Francia e l’Inghilterra; il vertice nazista fu allora diviso da progetti contrastanti. Asserragliati nelle loro unitissime fortificazioni [Linea Maginot (francese) e Linea Sigfrido (tedesca)], i due eserciti si fronteggiarono a lungo, rimanendo relativamente immobili.

L’AVANZATA DELL’URSS NEI PAESI BALTICI. LA GUERRA RUSSO-FINLANDESE. L’ATTACCO TEDESCO ALLA DANIMARCA (NOVEMBRE 1939) E ALLA NORVEGGIA(APRILE 1940): nel primo inverno di guerra gli scontri si accesero nell’estremo Nord dell’Europa. Dopo il crollo della Polonia, Stalin impose alla Lituania, alla Lettonia e all’Estonia trattati di reciproca assistenza militare. Solo la Finlandia rifiutò di accogliere le basi sovietiche, provocando così l’attacco dei Russi sull’intero arco del suo confine orientale. Nel corso della guerra russo-finlandese il governo nazista mantenne una benevola neutralità nei confronti dell’Unione Sovietica. Solo dopo la sconfitta della Finlandia il Furher pensò che fosse giunto il momento opportuno per dare il via ad una grandiosa operazione che tendeva tanto all’occupazione della Danimarca e della Norvegia, quanto all’accerchiamento dell’Inghilterra. A differenza dei Danesi i Norvegesi non rinunciarono a battersi. La guerra sul fronte norvegese si intrecciò con l’offensiva che il 10 magio 1940 Hitler scatenò sul fronte francese; lo scontro nel Baltico si concluse nel giugno con la vittoria germanica. A Oslo, si insediò alla testa dello Stato il norvegese Vidkun Quisling.

LA GUERRA OCCIDENTALE: IL CROLLO DELLA FRANCIA

(10 MAGGIO-22 GIUGNO 1940): Il 10 maggio 1940 cominciò la guerra sulla linea di Maginot. L’esercito tedesco invase l’Olanda, il Belgio e il Lussemburgo (neutrali tutti e tre). Il generale francese Henri Pètain trattò con Hitler ottenendo di dare vita nel territorio non occupato dai tedeschi ad un governo autoritario, paternalistico e corporativo che avrebbe potuto conservare il controllo della flotta e dei territori francesi d’oltremare. L’armistizio firmato dal francese Petain divise la Francia in due: la parte nord comprendente i 2/3 della popolazione andava alla Germania, la parte meridionale, con capitale Vichy veniva affidata al nuovo capo di Stato Petain il quale instaurava un governo autoritario incline a collaborare coi nazisti. Ad un trattato così umiliante si ribellava Charles De Gaulle il quale dai microfoni di Radio Londra nel giugno del 1940 esortava i francesi alla resistenza.

L’INTERVENTO ITALIANO SUL FRONTE ALPINO: Mussolini in un celebre discorso il 10 giugno 1940 annunciava attraverso la radio, al popolo italiano, l’entrata in guerra. La guerra cominciò male. L’offensiva contro la Francia, iniziata sulle Alpi tra il 21 e il 22 giugno, fece scontrare gli italiani con un nemico già sconfitto che, proprio in quei giorni, aveva firmato l’armistizio con la Germania. Il gruppo di armate del fronte ovest non riuscì a travolgere la resistenza delle divisioni francesi: l’armistizio firmato il 24 giugno consentì una limitata penetrazione nel territorio francese. La brevissima campagna costò agli Italiani oltre 600 morti e 3000 feriti. Il sostanziale insuccesso dello scontro armato aveva costretto Mussolini a ridimensionare le sue pretese; fu allora che le prime incertezze sull’esito della guerra cominciarono a manifestarsi nell’opinione ed anche nei vertici del regime.

LA BATTAGLIA D’INGHILTERRA E LA GUERRA SUI MARI

(ESTATE-AUTUNNO1940): Hitler sperò di indurre gli inglesi a scendere a patti: avrebbe voluto arrivare ad un compromesso per poter attaccare l’URSS r concludere la guerra con il dominio sull’Europa continentale. Contemporaneamente in Inghilterra al posto di Chamberlain, diventò primo ministro inglese Winston Churchill. L’aviazione tedesca doveva distruggere le città e i centri nevralgici inglesi demoralizzando la popolazione. Alcune città come Coventry e Birmingham furono letteralmente rase al suolo. Nel medesimo tempo i tedeschi condussero una logorante guerra sottomarina per impedire i rifornimenti all’Inghilterra. Londra divenne la capitale del mondo libero e qui si organizzarono le file della resistenza antitedesca in Europa. La popolazione inglese, rinvigorita dai discorsi di Churchill si riorganizzò e in breve tempo riuscì ad apportare ai nemici, grazie all’invenzione del radar, perdite tali da convincere Hitler a rimandare il progetto. Un altro momento decisivo fu segnato, nel novembre 1940, la rinnovata elezione alla presidenza degli USA di Franklin Delano Roosevelt. Questi appoggiò decisamente la lotta dei popoli liberi contro il nazismo. L’approvazione, nel marzo 1941, della legge “affitti e prestiti” consentì all’Inghilterra un afflusso incessante di rifornimenti anche indipendentemente dal pagamento immediato dei materiali.

LA GUERRA PARALLELA DELL’ITALIA FASCISTA: L’Italia intraprese una guerra autonoma parallela,In caso di vittoria, avrebbe avuto il dominio sul Mediterraneo. Ciò voleva dire confrontarsi subito con gli inglesi sia sul piano navale che su quello terrestre. Inizialmente l’Italia ebbe delle vittorie navali, ma già nella seconda parte del ‘40 gli inglesi mostrarono la loro superiorità attaccando la base di Taranto e rendendo impossibili i rifornimenti per i militari in Africa. L’obiettivo dell’Italia era quello di conquistare l’Egitto, colonia inglese importantissima, spostandosi dalla Libia.

LA GUERRA ITALO-GRECA. L’INVASIONE GERMANICA DIE BALCANI

(OTTOBRE 1940-APRILE 1941): per garantirsi i rifornimenti di petrolio Hitler aveva fatto intervenire la Wehrmacht in Romania ed aveva instaurato in Bulgaria un governo obbediente alla propria volontà. Mussolini, il 28 ottobre 1940, decise di aggredire la Grecia, convinto di ottenere una facile vittoria. L’attacco partì dalle basi italiane in Albania, ma fu duramente contrastato, e presto seguito da un’offensiva che respinse gli Italiani sulle posizioni di partenza. Tra il 4 e il 6 aprile le truppe germaniche invasero la Grecia e la Iugoslavia e, in pochi giorni, liquidarono ogni resistenza. Nei mesi immediatamente successivi, le truppe dell’Asse si dividevano il presidio d’una vastissima area che dal Danubio giungeva sino al Peloponneso e sino a creta. Gli Inglesi si attestarono su una linea che correva dalla Turchia all’Iraq, alla Siria, al Libano, all’Egitto e che costituì una barriera contro l’espansione dell’asse. L’occupazione della Iugoslavia e della Grecia non fu, comunque, accettata passivamente dalle popolazioni di quei paesi che non tardarono ad organizzare la guerriglia contro gli invasori.

L’ATTACCO TEDESCO ALL’URSS (GIUGNO 1941): l’aggressione alla Russia, denominata “Operazione Barbarossa”, ebbe inizio il 22 giugno 1941 con un massiccio impiego di forze. Si aggiunsero, nel corso delle operazioni, i contingenti alleati: finlandesi, romeni, ungheresi, slovacchi e italiani. L’attacco tedesco venne effettuato con numerose avanzate. Le Panzerdivisionen penetrarono in territorio russo lungo tre direzioni: a settentrione su Leningrado, al centro su Smolensk e Mosca, a mezzogiorno su Kiev e l’Ucraina. La resistenza si concentrò intorno alle grandi città: Mosca, Smolensk, Leningrado e in seguito anche a Stalingrado. Nonostante la profonda avanzata nemica e le durissime perdite, i centri vitali del paese restavano ancora in mano ai Russi e migliaia di impianti industriali, smantellati in fretta erano stati rimessi in funzione fuori dalla portata dei tedeschi nel retroterra. I tedeschi avevano quindi fallito il loro obiettivo principale ossia quello di piegare in combattimento i Russi prima del sopraggiungere dell’inverno molto rigido in quell’anno.

IL NUOVO ORDINE NEI PAESI OCCUPATI. LA RESISTENZA: per Hitler il dominio del mondo doveva essere riservato al popolo tedesco. Gli altri popoli erano da considerarsi subuomini. Le grandi città dell’ Est dovevano essere rase al suolo, dopo lo smantellamento delle industrie. In tutti i paesi conquistati, all’occupazione tedesca si contrappose la resistenza armata delle popolazioni civili. Nel settembre 1941 il Comando supremo Germanico emanava un ordine. Il nuovo ordine riguardava in primo luogo l’eliminazione degli Ebrei dovunque si trovassero, sia mediante la sterilizzazione sia con l’uccisione in massa: essi erano considerati responsabili di tutti i mali del mondo. La concreta attuazione della soluzione finale del problema ebraico nelle terre occupate fu affidata alle SS e al loro capo Heinrich Himmler. L’eliminazione delle comunità ebraiche presentava, tuttavia, notevoli difficoltà tecniche, per cui si dovettero approntare dei Lager particolarmente attrezzati, muniti di camere a gas per lo sterminio di massa. Se ne costruirono soprattutto in Polonia e in Germania, e in essi vennero raccolti Ebrei, zingari, omosessuali e oppositori politici di ogni nazionalità destinati all’eliminazione. Si calcola che gli Ebrei sterminati siano stati circa 6 milioni.

GLI USA VERSO L’INTERVENTO MILITARE. LA CARTA ATLANTICA

(14 AGOSTO 1941): il 14 agosto 1941 Roosevelt e Churchill firmarono una dichiarazione comune che doveva passare alla storia con il nome di Carta atlantica, un manifesto che, contrapponendosi ai principi del nazifascismo, poneva le basi del futuro ordinamento internazionale. In questa carta vi erano formulati in otto punti gli obiettivi di pace delle potenze democratiche da attuarsi dopo la definitiva distruzione della tirannia nazista. Da questa carta si scaturì il 1° gennaio 1942 la Dichiarazione delle Nazioni Unite: così si denominarono i 26 Stati in guerra contro le potenze del Tripartito. Essi costituirono il nucleo originario dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU).

L’ATTACCO GIAPPONESE A LLA BASE AMERICANA DI PEARL HARBOR

(7 DICEMBRE 1941). IL CONFLITTO DIVENTA MONDIALE: fino a questo momento la guerra era rimasta una vicenda europea; ma il 7 dicembre 1941 l’attacco giapponese alla base americana di Pearl Harbor, nelle Isole Hawaii, aprì il fronte di guerra del pacifico. A Pearl Harbor era concentrata la metà della flotta statunitense del Pacifico. Il 7 dicembre, nel momento stesso in cui l’ambasciatore nipponico a Washington notificava al governo americano la dichiarazione di guerra senza alcun preavviso aerei siluranti giapponesi distrussero la flotta statunitense. Subito dopo ebbe inizio la controffensiva nipponica che segnò la fine dei possessi britannici , olandesi e statunitensi nel Sud-Est asiatico. Tra il dicembre 1941 e l’aprile 1942 i Giapponesi estesero il loro dominio a tutta la regione indocinese conquistando la Penisola della Malacca. Contemporaneamente occuparono l’Indonesia, la Nuova Guinea e le Isole Salomone. Sempre nei primi mesi del 1942 conquistarono le Filippine e si espansero nel Pacifico occidentale. L’11 dicembre intanto Hitler dichiarò guerra agli Stati Uniti. Verso la fine della guerra, l’8 agosto 1945, Mosca entrò in guerra contro l’impero nipponico.

RIPRENDE L’OFFENSIVA TEDESCA IN RUSSIA (PRIMAVERA 1942). LA BATTAGLIA DI STALINGRADO (NOVEMBRE 1942-FEBBRAIO1943): Nella primavera del 1942 Hitler era fermamente deciso a riprendere l'iniziativa sul fronte orientale. 'offensiva tedesca si sarebbe scatenata nella Russia meridionale, occupando il bacino del Volga per mettere fuori causa le industrie di Stalingrado, per poi puntare fino ai pozzi petroliferi del Caucaso, assicurando alla Germania le sufficienti risorse energetiche per proseguire la guerra. Importante fu la confitta subita dai tedeschi a Stalingrado. Nella loro avanzata in territorio Sovietico, la gran parte delle forze tedesche era concentrata nel settore meridionale e aveva posto sotto assedio Stalingrado. La città venne conquistata a poco a poco. I sovietici però passarono alla controffensiva; con tre armate l’esercito tedesco venne accerchiato e nonostante l’ordine contrario di Hitler il comandante tedesco Von Paulus decise di arrendersi. Questa battaglia divento il simbolo della volontà di resistenza dei Russi.

LA CONTROFFENSIVA AMERICANA SUL FRONTE DEL PACIFICO

(PRIMAVERA-ESTATE 1942): sul fronte del Pacifico la guerra, nell’estate del 1942, stava mutando il suo corso. I Giapponesi furono costretti a subire l’iniziativa degli Americani, che inflissero loro due grosse sconfitte navali, la prima nel Mar dei Coralli, la seconda nell’arcipelago delle Midway, dove un grosso convoglio giapponese fu in gran parte distrutto. Il 7 agosto gli Americani attaccarono Guadalcanal che doveva costituire la base per le future operazioni di riconquista della Nuova Guinea. I Giapponesi opposero una resistenza che andò avanti fino al febbraio 1943, ma alla fine l’isola passò nelle mani degli Americani. Nel frattempo il perimetro dell’espansione nipponica nel Pacifico cominciava a restringersi, mentre le forze cinesi del Guomindang, unite con l’esercito di Mao, passavano all’offensiva.

LA CONTROFFENSIVA ANGLO-AMERICANA NEL MEDITERRANEO PREPARA L’APERTURA DEL SECONDO FRONTE (OTTOBRE 1942-SETTEMBRE 1943): Inglesi ed Americani avevano concordemente deciso che lo sforzo militare dovesse essere dapprima concentrato contro la Germania, e che il Giappone potesse essere tenuto a bada fino alla sconfitta di Hitler. Contro il parere di Roosevelt, che proponeva di portare il più rapidamente possibile le forze di terra americane a contatto con i Tedeschi, prevalse la linea strategica degli Inglesi che non intendevano scatenare l’attacco prima che la Germania fosse stata indebolita dai bombardamenti e impegnata sui fronti secondari europei. Tra il novembre 1942 e il settembre 1943 prese corpo la controffensiva mediterranea. All’attacco in Africa settentrionale, con lo sbarco degli anglo-Americani in Marocco e ad Algeri, seguirono lo sbarco in Sicilia nel luglio 1943, la caduta di Mussolini il 25 luglio 1943 e l’invasione della penisola italiana fino all’armistizio dell’8 settembre.

LA LIBERAZIONE DELLA FRANCIA. L’ARMATA ROSSA IN POLONIA, NEI PAESI BALTICI, NELLA PENISOLA BALCANICA (GIUGNO-OTTOBRE 1944):

Gli Anglo-Americani aprirono il secondo fronte europeo attaccando dal Nord e dal Sud le 60 divisioni che Hitler aveva posto a presidio della Francia. Gli alleati sbarcarono in Normandia il 6 giugno 1944: l’operazione era diretta dal generale americano Eisenhower. Il 15 agosto gli altri contingenti, rafforzati dai reparti francesi del generale de Gaulle, sbarcarono in Provenza. Allo sbarco degli Anglo-Americani corrispose, sul fronte orientale, la ripresa dell’offensiva dei Russi, che già nel corso del 1943 avevano liberato gran parte del loro territorio e alla fine di luglio erano giunti i confini della Prussia orientale, ai sobborghi di Varsavia e si erano attestati nelle valli dei Carpazi. Insediarono quindi a Lublino un governo formato da soli comunisti. L’avversione dei Russi per i patrioti polacchi legati al governo in esilio si rivelò drammaticamente in occasione dell’insurrezione di Varsavia contro i Tedeschi (agosto-ottobre 1943), la più lunga e la più cruenta di tutte le insurrezioni europee. Tutto fu distrutto e per soffocare l’insurrezione Hitler concentrò a Varsavia quattro divisioni. In agosto fu liberata la Romania, in settembre la Bulgaria e tra settembre e ottobre l’Estonia e la Lettonia. La Iugoslavia riacquistò la libertà con le sole forze dell’armata partigiana comandata dal Maresciallo Tito.

LA GERMANIA INVASA DA EST E DA OVEST. L’INSURREZIONE PARTIGIANA IN ITALIA. I RUSSI A BERLINO: il 20 luglio 1944 fu fatto un attentato alla vita di Hitler ad opera di alti ufficiali della Wehrmacht, personalità borghesi di varia formazione culturale, liberali e socialdemocratici. Il colonnello Claus von Stauffenberg fece scoppiare una bomba nel bunker dove Hitler stava tenendo una riunione di alti ufficiali. Fatalità volle che Hitler uscisse quasi incolume dall’attentato, per cui si scatenò subito una spietata repressione ad opera delle SS, un’operazione che portò all’uccisione di circa cinquemila oppositori coinvolti in qualche modo dalla congiura. Nella notte tra il 13 e il 14 febbraio Dresda fu totalmente distrutta da un gigantesco bombardamento ad opera degli Anglo-Americani che provocò oltre 100.000 morti. Il 7 marzo 1945 le prime unità militari americane e britanniche varcavano il Reno a Remagen e penetravano nel territorio del Terzo Reich avanzando su due direzioni: Monaco a sud e Amburgo a Nord. Sorpreso a Dongo mentre cercava di mettersi in salvo in Svizzera, Mussolini fu catturato dai partigiani. Il 28 aprile i Russi del generale Zukov issavano a Berlino, sul palazzo del Reichstag, la bandiera dell’URSS. Chiuso nel suo bunker, Hitler scompariva suicida tra le fiamme. Il 7 maggio 1945 il generale Alfred Jodl firmò per i tedeschi la resa incondizionata.

L’ESPLOSIONE DELLA BOMBA ATOMICA. LA RESA DEL GIAPPONE

(AGOSTO 1945): tra il 1943 e il 1945 si erano avuti continui progressi delle forze americane nel Pacifico. Un tentativo nipponico di rovesciare le sorti della guerra si infranse presso l’Isola di Leyte, nelle Filippine, dove si combattè tra il 23 e il 26 ottobre 1944 la più grande battaglia navale di tutta la guerra. Dal novembre 1944 i bombardieri statunitensi cominciarono a colpire Tokyo. Nel frattempo l’incapacità giapponese di resistenza era testimoniata dal frequente uso di kamikaze ossia di piloti suicidi che si gettavano con il loro carico esplosivo sulle navi nemiche. Per porre termine ad un conflitto che rischiava di prolungarsi, il presidente Truman succeduto a Roosevelt, decise di impiegare contro i Giapponesi l’arma atomica recentemente prodotta nei laboratori scientifici statunitensi. Quindi il 6 agosto 1945 gli Americani sganciarono su Hiroshima una prima bomba che rase al suolo l’intera città e uccise 90.000 persone; una seconda bomba fu sganciata su Nagasaki il 9 agosto con gli stessi risultati. Tra queste due date cade la dichiarazione di guerra dell’URSS al Giappone. Era quindi la fine e con l’armistizio firmato il 2 settembre si poneva fine alla guerra.

LE CONFERENZE DI TEHERAN, JALTA, POTSDAM. LA DIVISIONE DEL MONDO SECONDO SFERE D’INFLUENZA: rilevanti dopo la fine della guerra furono tre diverse conferenze. Nella conferenza di Teheran svoltasi alla fine del novembre 1943 parteciparono Roosevelt, Churchill e Stalin e si discusse riguardo all’apertura di un nuovo fronte che fu deciso in Normandia nonostante Churchill pensasse che fosse più opportuno aprirlo nei Balcani.
Il fronte italiano venne declassato, probabilmente dipese anche da questo gli anni impiegati per la liberazione italiana. Si discusse pure del futuro assetto dell’Europa: i Paesi vincitori avrebbero diviso la Germania in Stati; la Russia teneva i territori occupati con il patto Ribbentrop-Molotov e la Polonia avrebbe integrato parte del territorio tedesco. A Jalta nel febbraio 1945 si discusse della Polonia; l’accordo raggiunto fu però assai vago e prevedeva la formazione di un governo costituito da antinazisti e successivamente gli elettori polacchi avrebbero dovuto decidere da soli il loro governo. In realtà accordi segreti lasciavano il via libera all’avanzata russa. Ultima conferenza fu quella di Potsdam un Vertice tra i leader di Stati Uniti, Unione Sovietica e Gran Bretagna. L’incontro si tenne tra il 17 luglio e il 2 agosto del 1945, con l’obiettivo di definire le modalità di attuazione degli impegni assunti dalle potenze alleate nel corso della conferenza di Jalta del febbraio precedente. Ne furono protagonisti Harry Truman per gli Stati Uniti, Stalin per l’Unione Sovietica e, per la Gran Bretagna, Winston Churchill, sostituito poi da Clement Richard Attlee, divenuto primo ministro proprio in quei giorni.

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