mercoledì 29 luglio 2009

Arte: le avanguardie del 900

I movimenti d’avanguardia del primo 900

Tra la prima decade del Novecento e il principio della Seconda Guerra Mondiale nacquero le avanguardie. Il primo obiettivo perseguito fu il superamento della falsità del miraggio positivistico e delle contraddizioni che covavano in seno alla società europea del tempo, che sfociarono in tempi brevi nel massacro della prima guerra mondiale. In arte si caratterizzò in una ricerca, degli artisti, finalizzata al superamento dell’impressionismo.


I segni della crisi che precedono l’Espressionismo

Nei primi anni del Novecento molti artisti ed intellettuali manifestarono nelle loro opere il proprio disagio e la sfiducia in un progresso che si dimostrò inadeguato alla conquista della felicità per il genere umano. Artisti come Van Gogh, Gauguin, James Ensor ed Edvard Munch, percepirono i segni della crisi dei valori della società preindustriale e con le loro opere altamente espressive cercarono di superare il carattere essenzialmente sensorio degli impressionisti, anticipando così l’espressionismo.


Ensor

L’artista risultò una figura centrale dell’arte figurativa europea degli ultimi decenni dell’Ottocento. Per anni dipinse i personaggi più umili che ebbe l’opportunità di incontrare, poi si pose su posizioni di ribellione anarcoide, rinchiudendosi in una acida e sdegnosa solitudine critica. Nei suoi lavori propose l’acidità delle dissonanze cromatiche. Le sue maschere contorte e deformate, cariche di rossi, di blu, di gialli, le sue forme e i suoi colori intensi, la composizione, tutto dipendeva dalla foga dei suoi umori interiori, trasferiti sulla tela. Il dipinto L’ingresso di Cristo a Bruxelles, con i suoi cartelli pubblicitari dai titoli ironici, presentava un solo uomo reale, Gesù (identificato dall’aureola) che risultava quasi trascinato, inghiottito, annullato da questa moltitudine di burattini del tempo. L’opera costituiva essenzialmente un violento atto di accusa verso la società, condotto con impietosa ironia.

Munch

Centro del suo interesse artistico era l’uomo, il dramma del suo esistere, del suo essere solo di fronte a tutto ciò che lo circondava. I contenuti di terrore e i temi erotici si fonderanno nelle sue tele con gli atteggiamenti polemici, evidenti, verso le bugie moralistiche di una società senza morale. Abbandonando ogni tradizionalismo, abolendo il disegno e il chiaroscuro, l’artista si dispose a tradurre i suoi contenuti, le sue angosce più profonde, tramite forme che non godevano più di alcun residuo naturalistico. L’immagine diventò una proiezione della sua anima. L’artista pertanto espresse in immagini essenzialmente il proprio mondo interiore, tanto che tutte le sue raffigurazioni di individui suscitarono sempre le sensazioni di solitudine, di equilibrio instabile, d’angoscia esistenziale, di sensi di colpa, di disperazione, di paura di vivere e di morire, da cui risultò ossessionato per tutta la vita. Anche gli eccessivi colori utilizzati, risultavano legati allo stato d’animo dell’artista e rendevano la massima espressività. In conclusione il suo stile si basava sulla linea ondulata governante le composizioni, sulla semplificazione della forma, sul colore dal messaggio simbolico, sulla prospettiva deformata. Nella tela Il grido) l’artista compiutamente manifestava, nell’urlo primordiale dell’uomo, la sua espressione interiore di sentimenti, di paure, di insicurezze, di smarrimenti, in pratica la sua angoscia esistenziale determinata guardando nel nulla, la sua vertigine prodotta osservando nell’abisso di se stesso. I suoi dipinti anticiparono la stagione espressionista.


L’Espressionismo

L’Espressionismo fu un movimento culturale ed artistico che si sviluppò negli anni precedenti la prima guerra mondiale. L’Espressionismo, ossia la prima delle Avanguardie del Novecento volse le spalle alla comprovata superficialità fenomenica dell’impressionismo e all’arte accademica da museo, per esprimere il disagio dell’uomo, stravolgendo i tradizionali canoni pittorici di forma e colore, non più usati con criteri di verosimiglianza.Nel suo ambito artistico rientrarono numerosi gruppi, tra i quali quello francese dei Fauves (le Belve), guidato da Matisse, e quello tedesco Die Brucke (Il Ponte), entrambi fondati nel 1905, che sboccarono rispettivamente nel Cubismo in Francia (1907) e nella corrente Der Blaue Reiter (Il Cavaliere Azzurro) in Germania (1911).


I Fauves

Per il gruppo, il colore diventò libero, eliminarono ogni riferimento con la natura. I giovani pittori del movimento si ispirarono anche a Cézanne nella scomposizione delle immagini in piani di colore. le figure risultarono semplificate nei contorni naturali, ridotte all’essenziale, comunicanti stati d’animo generali della condizione umana. La pittura rappresentò, per questi artisti, un modo per scatenare sulla tela la violenza delle proprie emozioni, al massimo livello di esplosività e brutalità. L’enfatizzazione dei valori emotivi dei colori, produsse negli artisti la liberazione completa del loro temperamento e del loro istinto, e portò la natura ad essere sopraffatta dalla loro foga.


gli espressionisti tedeschi

Con gli espressionisti tedeschi, particolarmente con quelli del movimento Die Brucke, il colore assunse valore simbolico ed emozionale. Questi artisti preferirono utilizzare in funzione espressiva colori brutali, cupi, innaturali, spesso provvisti di margini scuri a rinforzo dei contrasti tra complementari, e una linea angolosa e dura, assente negli artisti francesi. Essi si interessarono soprattutto:

a) all’analisi dei problemi psicologici dei colori, ossia al modo in cui essi giocavano sull’inconscio, alle impressioni che suscitavano sulla psiche umana

b) all’attribuzione di senso spirituale che veniva loro dato in quanto riflessi dell’emozioni umane.

Essi si posero l’obiettivo di realizzare un “ponte” di collegamento tra tutti gli elementi rivoluzionari e in fermento, focalizzando l’attenzione soprattutto sulle angosce e sulle speranze dell’essere umano nel vivere, sul lato oscuro della sua coscienza, sull’aspetto tragico antisociale e degradato dell’esistenza.


Il Cubismo

La storia del cubismo risultò segnata da alcuni momenti, con aspetti generali comuni a quasi tutti gli artisti del gruppo; ricordiamo a questo proposito che la periodizzazione in uso per l’intero arco dell’esperienza cubista vede: una fase primitiva detta di protocubismo , fino al 1910. L’ingrandimento comportò l’espulsione dell’atmosfera mentre lo sviluppo dei piani, realizzati con superfici semplici, larghe, volumetriche, riempì l’intero schermo visivo. utilizzarono solo toni neutri, grigi, neri, terre, verdi spenti, che favorirono l’esecuzione di una pittura rigorosa, avente come unici obiettivi la costruzione e la corposità degli oggetti.Una successiva fase detta di cubismo analitico, fino al 1912. I quadri di questo periodo furono di medie e modeste dimensioni e proposero una scomposizione geometrica della realtà priva di distrazioni coloristiche, grazie all’utilizzazione di una gamma cromatica ridotta e spenta; una luce uniforme e diffusa con funzione di rinforzo del disegno, cui il colore aveva dato consistenza; Una terza fase, del cubismo sintetico, fino al 1914, caratterizzata dalla libera ricostituzione dell’immagine dell’oggetto, sciolto definitivamente dalla prospettiva: l’oggetto non fu più analizzato e smembrato in tutte le sue parti costitutive, ma riassunto nella sua fisionomia essenziale, senza nessuna soggezione alle regole dell’imitazione. Grazie alla libertà del cubismo sintetico ebbe termine la severità della linea retta e dei colori spenti: il segno iniziò a flettersi e i colori, puri e campiti, acquistarono splendore e si strutturarono in ampi e delimitati piani cromatici, equilibrati nell’organizzazione compositiva.


IL BLAUE REITER (IL CAVALIERE AZZURRO)

Il Blaue Reiter è il gruppo fondato nel 1911 da Kandinskj e Fran Marc. Questo movimento artistico portò alle estreme conseguenze l’orientamento spiritualistico del simbolismo, che subordinava sempre il tema figurativo allo sviluppo delle armonie coloristiche e delle cadenze lineari e che apriva la strada alla possibilità di un’arte non figurativa. intrapresero una ricerca più spirituale, antinaturalistica e antifigurativa, che li condusse poi all’astrazione. La loro arte costituì una ribellione soggettiva alla realtà, un’espressione del sentimento e dei contenuti interiori dell’artista, comunicati mediante forme astratte e colore, attivi sull’inconscio dello spettatore.

Cenni di altre avanguardie


Il Futurismo

Questo movimento promosse tecniche pittoriche divisioniste nel colore (con pennellate larghe) e modalità cubiste divisioniste nella forma, applicate a temi di velocità e movimento (invece che a soggetti statici), optò per tematiche vicine ai simbolisti, giungendo in alcuni casi all’astrazione totale.

Caratteristiche essenziali di questa pittura del dinamismo furono l’abolizione della prospettiva tradizionale e il moltiplicarsi dei punti di vista per esprimere il dinamico interagire del soggetto con

lo spazio circostante.


Il Dadaismo

Il movimento artistico e letterario Dadaista, nacque nel 1916. La stessa scelta del nome costituì un atto volutamente di rivolta e negazione. Il Dadaismo si propose di dissacrare tutti i valori costituiti della cultura, ironizzandoli in toto e optando per esposizioni disordinate, sconcertanti e per atti di provocazione culturale: lo scandalo ebbe la sua prima scena. Il movimento fu anti-artistico e antiletterario. Essi esaltarono il principio di casualità nelle arti visive perché lo considerarono la migliore difesa contro le convenzioni e l’atteggiamento razionalistico tanto detestati.


Il Surrealismo

I Surrealisti erano convinti che dall’inconscio, dall’irrazionale, dal sogno, dalle regioni incontrollate dell’anima nascessero una nuova conoscenza e verità, una nuova arte. Nel campo delle arti figurative il Surrealismo pur proponendosi come continuazione del Dadaismo, per gli aspetti di rivolta nichilista, di esaltazione del non senso e dell’irrazionale, si integrò anche con le differenti posizioni e situazioni di partenza, nonché col carattere di test psicologico assunto dall’arte e risultato del processo di trascrizione automatica promosso. Il movimento non fu una tendenza artistica in senso stretto, ma una complessa corrente rivoluzionaria che aspirò a cambiare la vita, a trasformare le relazioni dell’essere umano con se stesso e con gli altri. La pittura prese coscienza del tradimento delle cose sensibili, “cose” che non davano più emozione e consolazione all’uomo in quanto schiave della logica convenzionale e delle abitudini. Gli artisti tesero a realizzare immagini che non rispettavano le leggi dell’ordine naturale e sociale accostando termini della realtà inconciliabili, in modo da determinare uno choc violentissimo in chi guardava per attivarne così l’immaginazione.


La Metafisica

Tra il 1914 e il 1920 l’opera di De Chirico costituì nell’arte europea il vero fatto nuovo, anti-rivoluzionario e contraddittorio rispetto alle avanguardie che si volevano inserire nel processo di trasformazione della società.

Per l’artista l’arte non raccontava, né interpretava, né mutava la realtà, bensì si poneva come un’altra realtà, metafisica.



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