giovedì 30 luglio 2009

Filosofia: Socrate

Socrate nacque ad Atene nel 469 a.C. dal padre scultore e dalla madre levatrice. Si avvicinò giovanissimo alla filosofia. Si dedico alla ricerca filosofica e, in breve tempo, ebbe molti discepoli fra cui Platone. Socrate non scrisse nulla e tutto ciò che sappiamo di lui lo dobbiamo in gran parte a Platone. Egli non scrisse nulla volutamente perché la filosofia come lui la intendeva non si poteva limitare a qualcosa di scritto, visto che nessuno scritto può stimolare alla ricerca ma può solo comunicare una dottrina. La filosofia era vista da Socrate come un dialogo continuo, un esame incessante di conoscenza del proprio essere e degli altri e non un insieme di teorie. Per conoscere noi stessi, la prima condizione è quella di riconoscere le proprie possibilità ed i propri limiti, cioè liberarci dalla presunzione di sapere tutto (come sostenevano i Sofisti). Per arrivare a ciò, Socrate si serviva dell’ ironia e della maieutica.

L'ironia è l'insieme di domande, interrogativi e provocazioni di cui Socrate si serviva per distruggere la presunzione di sapere del discepolo, per far quindi sorgere il dubbio sulle proprie conoscenze riconoscendone la fragilità, e per impegnare successivamente il discepolo nella ricerca della verità libero ormai da pregiudizi. Dopo aver distrutto il sapere del discepolo, Socrate non vuole però che egli si appropri delle teorie del maestro. Socrate non vuole dare al discepolo una sua dottrina, bensì lo vuole stimolare nella ricerca della sua, personale verità. Questo modo di procedere è la maieutica l’arte della levatrice ossia come la levatrice aiuta le donne a partorire i figli, così Socrate vuole aiutare il discepolo a partorire le proprie idee.

Socrate diceva che la conoscenza permette all'uomo di conoscere se stesso e quindi di conoscere qual è il modo più adatto per vivere felice. Colui che sa - secondo Socrate - sa far bene i propri calcoli e sceglie in ogni caso la cosa migliore per lui. La vera felicità per Socrate è soltanto quella dell'anima perchè è immortale. Quindi secondo questo filosofo l'uomo veramente libero è colui che usa il proprio corpo e le cose senza esserne schiavo, è dunque colui che sa dominare se stesso, dirigere i propri impulsi e istinti senza negarli ma usandoli senza eccedere. Al contrario secondo Socrate colui che diventa schiavo dei suoi istinti, lo fa perché, non ha riflettuto abbastanza cioè non ha conosciuto propriamente la verità e la felicità.

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